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Questo manga si basa su un fenomeno, purtroppo, molto diffuso tra i giovani giapponesi ma che sta avendo un certo risvolto anche in Italia: l’hikikomori. Gli hikikomori sono ragazzi di giovane età, principalmente otaku, che si rinchiudono in una sorta di protezione psicologica all’interno di un luogo ritenuto da loro sicuro (in generale la loro stanza). È un fenomeno molto complesso e di difficile spiegazione anche se molto spesso viene fatta risalire alla mancanza di un mondo ideale.

Il protagonista di questo seinen è Tatsuiro Sato, ragazzo disoccupato che ha abbandonato gli studi e non ha una vita sociale da quattro anni. Il posto nel quale si è rinchiuso è un appartamento preso in affitto ma purtroppo per lui i fondi iniziano a scarseggiare e i genitori non sborsano più un soldo in seguito al suo abbandono degli studi. Molte volte l’autore si concentra sull’apparenza della stanza evidenziandone lo stato confusionario, la presenza di libri o manga sparsi qua e là e di un computer. È proprio quest’ultimo il mezzo nel quale si rifugiano principalmente gli hikikomori identificandolo come un oggetto che gli permette di relazionarsi con una comunità ideale. La storia dell'intero manga verte sulle vicende del povero Sato e su tutto quello che riguarda direttamente o indirettamente con il mondo degli hikikomori: la solitudine nel quale spesso si rifugiano; l'utilizzo di droghe più o meno legalizzate; il mondo dei videogiochi; il lolicon (o lolita complex cioè l'attrazione per le giovani ragazze); gli off-meeting suicidi (incontri con persone conosciute su internet); la mancanza di fondi e l'indebitamento conseguente... Nella descrizione di questo fenomeno Sato sarà circondato da altri personaggi che presentano differenti problematiche e che cercheranno di superarle in maniera differente. Forse l'autore vuole rendere consapevole il lettore che oltre al più generico stato di essere degli hikikomori esistono altre sottocategorie più o meno gravi come la dipendenza da farmaci o il lolicon sopramenzionato.

La storia prende piede attorno alla figura di Sato il quale, mentre prende coscienza del suo stato di hikikomori, si trova di fronte alla porta del suo appartamento una signora, accompagnata da una ragazza, che fa propaganda di una rivista sugli hikikomori. La paura più grande di Sato è di essere tacciato come hikikomori e per questo, alla vista della rivista, ha una reazione violenta che mette in fuga la signora. Inizia così la riflessione di Sato sul suo comportamento e sulla sua vita: decide, quindi, di rifugiarsi nei farmaci e da qua capiamo l'origine del titolo del manga. Una volta assunti i farmaci gli elettrodomestici attorno prendono vita (nello stile della vecchia pubblicità IMQ) ed iniziano a parlare con Sato di una strana cospirazione messa in essere dalla NHK (emittente locale giapponese che trasmette principalmente anime) con l'obiettivo di avviare i giovani otaku alla via dell'hikikomori. Appreso ciò il protagonista decide di contrastare il piano diabolico dell'emittente televisiva e la prima cosa da fare è rimediare i soldi.

La mancanza di fondi lo porta alla ricerca di un lavoro ma questo non risulta facile per il suo stato d’essere: le relazioni pubbliche sono il suo elemento debole. Una volta presa forza si reca presso un videonoleggio per consegnare il suo curriculum e qui il destino vuole che incontri nuovamente la ragazza che poco prima si era trovato di fronte alla porta di casa. Facciamo quindi conoscenza di Misaki, ragazza che cercherà di "redimere" Sato dallo stato di hikikomori. Per nascondere il fatto che stesse cercando lavoro si inventa che lui lavora a casa come creativo ovvero come informatico.

Un altro personaggio che entra in scena nell'arco di un capitolo è Yamazaki, vicino di casa di Sato, anche lui hikikomori. Come spesso accade nella vita reale per negare uno stato d'essere si finisce per raccontare bugie ed è proprio Yamazaki la persona di riferimento di Sato per cercare di coprire le bugie dette. I due ragazzi inizieranno così a lavorare allo sviluppo di un nuovo videogioco erotico dedicato agli otaku.

L'ultimo personaggio di rilievo è la senpai Kawashi, farmacodipendente che vende a Sato i farmaci ottenuti dai vari ospedali presso i quali si è rivolta per curare mali immaginari. La senpai si trova in una situazione sentimentale fragile caratterizzata da una forte instabilità nel suo rapporto: per soffocare la tristezza si getta nei suoi farmaci e anche in un vero e proprio off-meeting suicida nel quale coinvolgerà anche Sato.

L'autore vuole mettere in evidenza la fragilità dei giovani giapponesi e di come, nonostante riconoscano il loro problema, fatichino a chiedere aiuto. Il tema trattato è sicuramente di forte impatto emotivo e molto spesso il lettore si porrà la domanda se tutto ciò è effettivamente reale o frutto di fantasia anche perché l'autore tratta l'argomento in maniera abbastanza comica e surreale mettendo maggiormente accento sull'ironia. D'altronde in caso contrario il manga sarebbe risultato, forse, troppo pesante e di difficile digeribilità.

Il disegno non è perfetto ma gradevole ed adatto al tipo di storia. Non mancano i dettagli e gli sfondi risultano abbastanza particolareggiati.