
E' successo in Indonesia, dove la Commissione Indonesiana per la Diffusione Radiotelevisiva (KPI) ha rimproverato (per la seconda volta) un'emittente televisiva per la trasmissione di One Piece, di cui ha reputato i contenuti sgradevoli rispetto all'orario di trasmissione, rivolto ai bambini. La KPI ha nello specifico ritenuto inopportune le "immagini violente e sanguinose", le "donne sensuali" e i "primi piani sulle parti del corpo femminili" trasmesse negli episodi di One Piece durante gli orari mattutini e serali su Global TV.
Secondo le leggi indonesiane, la KPI può stabilire le regole per i tempi di trasmissione e i contenuti degli spettacoli trasmessi sulle reti indonesiane. Le trasgressioni a queste regole comportano multe fino a 10 miliardi di rupiah (la moneta locale, circa 1 milione di dollari) e i membri dell'esecutivo delle emittenti rischiano addirittura la prigione.
Quindi un nuovo capitolo per la censura sugli anime. Ancora però qui nessuno si è lamentato per la bocca enorme di Rufy e la sigaretta di Sanji (America docet.).
Penso che chiunque abbia visto l'anime di One Piece ricordi i fermo-immagine e i cambi di tonalità di colore fatti da Italia 1. E questi di certo sono le modifiche meno "invasive". Prima di un commento su questa diatriba indonesiana, ricordo che anche in Italia sono state censurate completamente delle puntate di anime (tanto per citarne qualcuno, i 13 episodi mancanti del finale di Marmalade Boy, la RAI ha ritenuto opportuno cancellare dal palinsesto una puntata dei Digimon nella seconda serie).