MAUS
Sono passati pochi giorni, al momento della stesura di questa recensione, dal giorno della memoria dell'Olocausto. Di quel periodo ci sono rimaste molte testimonianze da parte dei sopravvissuti ai campi di concentramento. Maus è la testimonianza più toccante di un periodo storico che viene ricordato per non commettere più gli stessi errori.
Art Spiegelman racconta la storia di suo padre, Vladek, in tutto il suo percorso prima, durante e dopo la 2° Guerra Mondiale e i campi di concentramento di Auschwitz e Dachau. Allo stesso tempo durante il racconto, notiamo come la Guerra abbia cambiato profondamente non solo Vladek ma tutti, creando un distacco netto tra chi ha dovuto guadagnarsi tutto tra fatica e dolore, e chi invece è nato dopo la Guerra e ha trovato tutto già pronto. Vladek e suo figlio sono la rappresentazione di ciò, stando ai poli di queste due categorie e non trovando un punto d'incontro. Parlare di cosa succedeva li è inutile, visto che lo sappiamo, ma capiamo che Vladek fu non solo fortunato, ma anche lungimirante, svolgendo qualsiasi lavoro possibile e fraternizzando a volte con le guardie per sopravvivere il più possibile. Senza queste conoscenze e fortune probabilmente avrebbe fatto la fine di tutti gli altri.
In periodi come quello di guerra si vedono tutti i lati dell'animo umano, pronto ad aiutare chiunque necessiti una mano ma allo stesso tempo a tradirlo, per potersi salvare la pelle. Il tutto raccontato da Vladek inserendo piccoli aneddoti divertenti, che servono a dare una sorta di bilanciamento ad una storia totalmente drammatica, riportato da Art rappresentando ogni razza con un animale diverso, che rappresenta al meglio appunto la Nazione scelta (gli Ebrei topi sconfitti dal gatto Germania, a sua volta poi scacciato dal cane America). Il finale poi è qualcosa di toccante, di un figlio che a causa della guerra forse non è riuscito a entrare a pieno nel cuore del padre, intrappolato nei ricordi di quel figlio mai cresciuto e di quella moglie ormai persa.
CONCLUSIONI: Questo è un fumetto da avere, perchè è un pezzo di storia dell'uomo e merita di essere letto. Non parla solo di Auschwitz o di camere a gas, ma parla di noi, di come a volte consideriamo la vita molto poco e di come siamo bravi ad usare tecnologie, fondi e idee soprattutto in tempo di guerra. Maus è LA testimonianza di quel periodo, e delle follie che siamo in grado di fare.
VOTO: 9
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