
Anime Otakuland si unisce al cordoglio della famiglia e vi rimanda ad un comunicato della Panini Comics riguardo il triste avvenimento:
Ancora una volta, il mondo della narrativa e del fumetto è sotto shock per un lutto che colpisce una delle sue più eminenti rappresentanti troppo presto e troppo improvvisamente.
Kaoru Kurimoto, autrice di romanzi e critica letteraria, nota al grande pubblico soprattutto in virtù del monumentale ciclo di romanzi noto come GUIN SAGA, edito senza interruzioni sin dal 1979 fino a oggi, raggiungendo la cifra record di 124 volumi pubblicati, e configuratosi come la più lunga saga letteraria della storia.
Un cancro l’ha strappata ai suoi cari e ai suoi fan nella serata di martedì 26 maggio, all’età di 56 anni e dopo una battaglia per la vita che si protraeva sin dal 1957.
Nata Sumiyo Imaoka nel 1953, l’autrice preferì quasi sempre firmare i suoi innumerevoli lavori con lo pseudonimo di Kaoru Kurimoto, aggiudicandosi alcuni dei più prestigiosi premi letterari del Sol Levante: dal Premio Gunzo, per nuovi scrittori, al Premio Edogawa Rampo, per il miglior racconto letterario dell’anno nel genere Mistero.
La sua figura artistica rimane una delle più imponenti nel panorama letterario del Giappone contemporaneo, con una vastità e varietà di contributi che spazia dal fantasy, al mistery horror, allo shonen ai, affrontato per la prima volta con quell’approccio genuino che spianò poi la strada all’entrata del genere nella narrativa popolare, e molti altri alcora.
La sua opera più famosa è e resta comunque la monumentale saga di Guin, edita in Italia per i primi quattro volumi dalla casa editrice Nord. L’autrice ha qualche anno fa deciso di ricavare un adattamento manga, che debutterà anch’esso in Italia a partire da luglio.
Ci uniamo al cordoglio della famiglia e del mondo editoriale tutto, stringendoci in un ultimo saluto grato a un’autrice che con la sua arte ha contribuito in maniera indelebile a far sì che la narrativa popolare uscisse sempre più da quella nicchia in cui la critica l’aveva relegata, per elevarsi al pari degli altri generi letterari considerati più nobili.