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Pareri ufficiali sulle scanlation

Inserito da shinji01 Novice Jounin | 10 settembre 2008 - 14:00 | Categoria: Altro | 1889 Visualizzazioni

Il sito di Italymanga ha pubblicato, ormai qualche mese fa, due interviste a tutto campo ad Andrea Baricordi (Star Comics) e Cristian Posocco (Flashbook).
Non riporto le interviste intere perché ormai "datate", ma visto i commenti generati, soprattutto a proposito di scanlation, dalla news di D/World è interessante vedere cosa ne pensano due attori principali del parco manga italiano a proposito di questo fenomeno.
Per chi fosse interessato alle interviste complete può seguire i link sorgenti in calce alla notizia.

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ItalyManga: Che ne pensate del fenomeno dei manga scan in Italia?
Andrea Baricordi: Preferite la risposta diplomatico-ottimista o quella sincero-realista?
Partiamo da un presupposto: diffondere materiale di un autore senza chiedere il suo permesso è comunque e sempre illegale.
Ci sono leggi che regolano il diritto d’autore sia in Italia che all’estero, e i manga scan le violano tutte.
Bisogna pensare prima di tutto che si tratta del lavoro di una persona che viene distribuito da terzi senza corrisponderle alcunché (violazione oggettiva della legge), ma soprattutto senza il suo permesso (‘semplice’ maleducazione). Nel caso di alcuni autori, la cosa non fa (quasi) alcuna differenza, perché le vendite delle loro opere sono talmente alte da far (quasi) scomparire le perdite. La cosa non è piacevole, ma il danno è mediamente contenuto.
Ma ci sono anche autori, bravissimi e apprezzatissimi, i cui lavori però non arrivano a essere dei best-seller (a volte proprio perché estremamente interessanti e innovativi), e non stiamo certo parlando solo di autori di nicchia, ma di nomi ben noti. Ebbene, diffondere illegalmente il materiale di questi autori significa dimezzare (quando va bene) le vendite delle loro pubblicazioni, portando a una triste conseguenza: l’autore non guadagna abbastanza per poter vivere del proprio lavoro, e così smette, per dedicarsi a qualcos’altro di più remunerativo, per esempio l’illustrazione pubblicitaria.
A volte ci si dimentica di questo particolare, ed è triste, soprattutto pensando che sono proprio i suoi fan più affezionati a impedirgli di continuare a realizzare fumetti.
Per la stessa ragione, gli editori occidentali che acquistano materiale dagli editori giapponesi si trovano a dover affrontare un fenomeno alquanto bizzarro: pagano cifre salatissime per ottenere diritti di pubblicazione di materiale che migliaia di persone hanno già letto senza il permesso dell’autore, e per di più senza sborsare un solo centesimo.
Di conseguenza, l’editore occidentale ha vendite molto più basse del previsto, il che porta – nel migliore dei casi – ad alzare progressivamente il prezzo dell’albo, o – nel peggiore dei casi – a chiudere una serie.
Allo stato attuale l’editoria manga in Italia è intaccata solo in percentuale da questo fenomeno (che però ha già iniziato a mietere le prime vittime fra gli editori, come abbiamo visto ultimamente), percentuale che possiamo calcolare intorno a un quinto / un quarto delle vendite totali; chi ne sta risentendo moltissimo sono invece coloro che si occupano di animazione, che hanno visto letteralmente dimezzarsi gli introiti e alzare – di conseguenza – del doppio la soglia di pareggio.
E’ molto bello e nobile che alcuni fan (“quelli veri”, dico io) si autoimpongano di acquistare la versione ufficiale di un manga o di un anime, non appena questa arrivi nel loro paese, anche se magari avevano già usufruito di scan o sub vari. Ma per un fan onesto, quanti ce ne saranno che invece se ne approfittano? La maggior parte, e i dati lo provano.
A volte si dice che questo fenomeno è generato dal fatto che i costi di manga e anime sono troppo alti. Ma i costi sono diventati così alti perché si vende sempre meno. E se si vende sempre meno, la ragione non è solo la quantità di proposte mensili (cosa che comunque ha le sue gravi colpe), ma anche il fatto che ormai in troppi accedono a visioni e letture gratuite per vie traverse.
Siamo sinceri: se anche un DVD di animazione costasse 1 euro, sapendo che attraverso la rete è possibile ottenerlo gratuitamente, quale resta comunque l’opzione più appetibile?
Di questo passo, dovremo rassegnarci al fatto che sempre più autori o studi di animazione non concluderanno le serie per questa ragione. Forse dovrà cambiare prima o poi tutto il sistema distributivo, e di conseguenza si ridurranno di molto anche le proposte mensili. E questo porterà gli studi giapponesi a produrre molto meno, poiché non saranno più sostenuti dalla vendite all’estero, ma solo da quelle all’interno del loro paese (a loro volta vittime della diffusione illegale in rete).
Sinceramente non vedo una soluzione a tutto questo, quindi mi accontento di prendere atto di quello che sta accadendo, come probabilmente oggi ogni editore si vede costretto a fare.
Si chiude un occhio, sperando nella buona fede dei più.
Però è un po’ come se un tuo amico ti sottraesse di nascosto le chiavi dell’auto, e a tua insaputa la usasse per andare in vacanza, magari caricando un po’ di amici e/o autostoppisti, dopodiché ti riportasse le chiavi raccontandoti che non l’ha fatto “a scopo di lucro” (facendoti notare che, fra l’altro, ti ha rifatto il pieno benzina, e che grazie a lui un sacco di gente ora sa che hai un’automobile molto bella). Per quanto si possa essere di larghe vedute, e per quanto possa essere stato discreto il simpatico birbante, comunque non ti fa piacere che qualcuno si aggiri per il mondo con la tua auto senza che tu gli abbia dato preventivamente il permesso di farlo.
Se poi calcoliamo che un editore prima di ottenere il permesso di pubblicare qualcosa deve letteralmente impazzire, spesso perdendo preziosi mesi (o anni) a convincere l’editore giapponese, potete immaginare quale sia la difficoltà nell’arginare il problema. E il tutto mentre certi lettori ti prendono in giro perché “ma quando si decidono a pubblicare quel manga?!”. Non è una bella situazione, insomma.
E qui veniamo invece a un problema molto più pratico: i contratti.
Gli editori occidentali sono tenuti per contratto a tutelare i diritti d’autore delle opere che acquistano dagli editori giapponesi. Questo significa che, se non segnalano le violazioni nel proprio paese, rischiano loro stessi di finire nei guai, e di vedersi togliere la possibilità di proseguire nella pubblicazione dell’opera in questione.
Cosa può fare, dunque, un editore?
Chiudere un occhio con il rischio di violare i termini contrattuali, e quindi perdere tutto quello che ha conquistato?
O denunciare l’abuso, mettendo nei guai qualche appassionato (anche nei numerosi casi in cui non ci fosse alcuno scopo di lucro), e attirandosi contemporaneamente le dure critiche di tanti ignari delle motivazioni?
Tutti gli editori occidentali vivono quotidianamente annaspando in questo dilemma. Quindi, quando si chiede a loro cosa pensano dei fansub e delle scan, pensano “ci faranno andare in rovina”, ma abbozzano e dicono “non si potrebbe, ma se fatto con discrezione fa pubblicità al titolo”. I manga oggi non hanno bisogno di pubblicità: hanno bisogno di lettori che li acquistano.
Chi lavora nell’ambiente non dunque può tirare alcuna conclusione, ma solo basarsi sui dati di fatto per decidere le proprie strategie, e prendersi la responsabilità di quello che rischia muovendosi in una direzione piuttosto che nell’altra.
Le conclusioni dovrebbero invece tirarle chi usufruisce di tutto ciò. E, ovviamente, chi propone le scan stesse: basterebbe solo un po’ di coscienza, tutto lì. La fine della diffusione di massa delle scan porterebbe a un immediato aumento delle vendite dei manga, e di conseguenza a una riduzione dei prezzi di copertina, e pertanto alla sicurezza che ogni serie arriverà sempre a conclusione. Non mi sembra malaccio, no?


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ItalyManga: Vorrei ora farti una domanda come direttore di una casa editrice e come appassionato di fumetto. Si tratta della stessa domanda che, posta a un tuo collega qualche settimana fa, ha scatenato qualche polemica su alcuni forum. Il fenomeno delle manga-scan secondo te può essere un danno per il settore editoriale?

Cristian Posocco: Allora, ogni volta che vengo interrogato su quest’argomento, preferisco fare una dovuta premessa: stiamo parlando di un fenomeno comunque illegale, per quanto comunemente tollerato dalla gente comune. Scaricare da internet qualsiasi tipo di contenuto protetto da copyright equivale a rubare all’autore di quel contenuto, come se io mi infilassi in un negozio e rubassi la merce esposta, privando il proprietario della sua fonte di sostentamento. Se ci piace un prodotto, è giusto che chi lo ha realizzato sia retribuito – anche perché così capirà che i suoi prodotti valgono e sarà motivato a continuare a produrne. Quindi ogni tipo di file sharing dovrebbe essere utilizzato esclusivamente per scopi *informativi* e mai per *sostituire* i prodotti originali. Internet e il peer to peer offrono grandissime possibilità e potenzialità se usate in maniera coscienziosa e corretta. Perdere questa straordinaria risorsa per la “furberia” e/o l’ingordigia di alcuni sarebbe un grandissimo peccato. Ma sono pessimista.
Detto ciò, se utilizzato per scopo *informativo*, per l’appunto, il fenomeno delle scanlation può a mio avviso essere un buon veicolo pubblicitario, più che una minaccia. Ma ciò, ovviamente, confidando sulla correttezza degli utenti. C’è poi da fare un distinguo: noi siamo una casa editrice che punta molto sulla qualità, e il nostro pubblico è un pubblico molto attento alle confezioni, ai materiali, alle traduzioni eccetera. Quindi noi, geneticamente, non dovremmo risentire mai molto della circolazione delle scanlation, proprio perché i nostri lettori amano i volumi cartacei. Ma per una casa editrice che invece abbia come pubblico di riferimento ragazzi che badano soprattutto al risparmio, a non spendere molto per una lettura, le cose potrebbero essere molto diverse, e il danno potrebbe, in effetti, esserci. Come spesso, spessissimo capita, non è il mezzo in sé a essere negativo, ma l’uso che se ne fa. La scanlation in sé, per quanto, ripeto, illegale, potrebbe portare più benefici che danni, ma anche più danni che benefici. Dipende tutto dagli utenti. Se la maggioranza degli utenti dovesse smettere di acquistare manga sostituendoli con le scan, è ovvio che il mercato editoriale sarà in pericolo. Come in tutte le cose, ci vuole buon senso.


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Ed ora: a voi i commenti!!
shinji01 avatar
Novice Jounin avatar
God's in His Heaven, All's Right With the World
11 settembre 2008 10:22
0 +1 -1
@gohan-ssj2 tu dici "Preferisco di gran lunga i sub che, ancora non icenziati, non sono illegali!" Ma qui sbagli! Purtroppo anche se non sono licenziati in Italia i detentori dei diritti esistono e stanno in Giappone! Nessuno degli appassionati che si diverte a fare fansub paga uno yen a coloro che hanno creato i cartoni e soprattutto nessuno gli ha dato il permesso di esportare l'anime!
gohan-ssj2 avatar
Expert Jounin avatar
a me piace il dusbirigandi. E a te?
11 settembre 2008 10:30
0 +1 -1
Intendevo qui in Italia non sono illegali. Ovvio che è comunque un furto ai detentori Giapponesi, ma questo lo fanno gli altri. Io usufruisco del loro servizio e posso farlo senza la consapevolezza che loro rubino, il che vuol dire che io non concorro nel loro reato, caso mai faccio quello che si può definire "incauto acquisto". Comunque è ovvio che scaricare qualunque cosa coperta da copyright da internet è reato, fatto sta che neanche le case editrici fanno nulla per fermarlo. Leggendo sopra dove dice "pensi che se abbassassimo il prezzo ad 1 euro qualcuno comprerebbe?" Io comprerei di sicuro, fatto sta che loro non provano perchè sanno che perderebbero ancor di più di adesso dato che ciò che guadagnano ora con 1 lo dovrebbero guadagnare con 4! Provino comunque a ridurre i prezzi, magari di 1 euro e penso che, chi vuole veramente farne collezioni ne sia più felice e comprerebbe pure di più! In fin dei conti sono loro in perdita, a prescindere, dato che noi se vogliamo scarichiamo. Dunque provino loro per primi ad avvicinarsi a noi e non il contrario!
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IlMezzelfo avatar
Novice Jounin avatar
Io speriamo che me la cavo
11 settembre 2008 11:51
0 +1 -1
"Io usufruisco del loro servizio e posso farlo senza la consapevolezza che loro rubino, il che vuol dire che io non concorro nel loro reato, caso mai faccio quello che si può definire "incauto acquisto" Eeeh? "Senza la consapevolezza che loro rubino"? Certo, ovviamente quando guardi un fansub NON sai che è illegale...madò. Questo discorso è logico come un quadro di Dalì
gohan-ssj2 avatar
Expert Jounin avatar
a me piace il dusbirigandi. E a te?
11 settembre 2008 11:56
0 +1 -1
Mah, facciamo un esempio: Tizio, esperto di computer e grande navigatore, scarica e guarda Death Note poi lo consiglia a Caio, che non sa cosa sia un computer, ma gli piace guardare gli anime in tv. Se lo fa imprestare e lo guarda. Lui è in buona fede, come fa a conoscere le regole sul copyright, come fa a sapere che chi l'ha sottotitolato l'abbia fatto senza versare alcun soldo all'editore? Non lo sa...quindi concorre incautamente al reato, ma in buona fede. Può essere punito, ma la sua pena potrà essere minore di altre
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IlMezzelfo avatar
Novice Jounin avatar
Io speriamo che me la cavo
11 settembre 2008 18:37
0 +1 -1
Cos'è, Caio vive nel medioevo? Ti passano un dvd masterizzato o un file sul pc e tu, ovviamente, non pensi nemmeno che possa essere stato scaricato da internet o masterizzato da un dvd originale. Macchè, sei in buona fede. (O ignorante, dipende) Senza conoscere le regole sul copyright, se uno ti passa un qualcosa così a meno di non essere idiota arrivi a capire che forse proprio proprio legale, non è.
gohan-ssj2 avatar
Expert Jounin avatar
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11 settembre 2008 18:49
0 +1 -1
Ma cavolo l'ambito ipotetico non lo consideri? è un'ipotesi, remota, tanto remota, ma è una cosa possibile
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shinji01 avatar
Novice Jounin avatar
God's in His Heaven, All's Right With the World
11 settembre 2008 23:03
0 +1 -1
Mi dispiace Gohan, ma stavolta stai sbagliando e non di poco! In ambito legale si dice "ignorantia legis non excusat" cioè «L'ignoranza della legge non scusa nessuno».
IlMezzelfo avatar
Novice Jounin avatar
Io speriamo che me la cavo
12 settembre 2008 01:19
0 +1 -1
Apparte quotare shinji01 che ha ragione, ma poi... L'ambito ipotetico? Si, certo, lo considero. Ma quando esiste una ratio probabilistica di uno a un milione, tendo a considerare quella probabilità piuttosto irrisoria e trascurabile.
yukari_89 avatar
Expert Chunin avatar
Se vuoi essere libero, allora dovrai vivere!
12 settembre 2008 01:28
0 +1 -1
Scusate se mi intrometto ma oggi giorno quanti saranno quelli che non sanno usare il computer? Ok, qualcuno c'è, tipo me che faccio solo casini! Ma persino io sento odore di illegalità se vedo un dvd non originale, cioè senza la sua bella figura sopra dell'anime o film che contiene, etc... etc... e ho motivo di credere che il dubbio verrebbe anche a chi il computer non lo sa neanche accendere! Perciò l'ipotesi è si, possibile, ma, a mio parere, remotissima! ;)
shinji01 avatar
Novice Jounin avatar
God's in His Heaven, All's Right With the World
12 settembre 2008 10:57
0 +1 -1
In più se teniamo conto che in Italia, purtroppo, ogni supporto originale (libro - dvd - cd) deve avere il bollino SIAE... mi sembra difficile sbagliarsi!! Anche se, finalmente, qualche giudice ha riconosciuto che il bollino la SIAE può metterselo in quel posto!!!

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